martedì 23 settembre 2014

Do Nascimiento - Giorgio (Recensione)

Quando è nata la corrente emocore italiana? C'è chi dice coi Fine Before You Came, chi guarda a numi tutelari esteri, chi dice chissenefrega. E io, che ne so ben poco, mi aggrego a questi ultimi per comodità, anche perchè son qui a parlare dell'ultimo disco dei Do Nascimiento e non per fare le pulci alla storia di un genere di cui, escludendo vita morte e miracoli dei Gazebo Penguins, so troppo poco per potermi definire anche solo lontanamente un esperto. Proprio attraverso la band di Correggio e dintorni sono venuto a conoscenza di questi quattro ragazzi liguri, visto che hanno condiviso (anche con i Verme) spazio musicale nello Splittone Paura uscito un tot di anni fa, un legame dimostrato anche dall'uscita (in “coabitazione” con la Flying Kids Records) per To Lose La Track.
Chiariamo subito una cosa: Giorgio, coi suoi soli 12 minuti di durata, non porta nessuna particolare novità né nel mondo della musica né tantomeno all'interno del genere di riferimento. Brani corti appena al di sopra dei due minuti e, nel caso dell'iniziale “Vecchio”, anche al di sotto, tematiche fra l'ironico ed il nostalgico, incroci di chitarre accattivanti, ritmo perlopiù indiavolato, urla e arrangiamenti convulsi. Capita anche che si rallenti, e “Fiato” da questo punto di vista mostra un lato inedito della band: malinconia canaglia, bicchieri che sbattono, un giro di chitarra semplice ma efficace, pochi elementi in aggiunta e più voci che raccontano che, per quanto “mi manchi come l'estathè a colazione, se rinuncio a tutto questo io non lo devo a te”. Senza troppi sentimentalismi, con il tono di chi non si prende troppo sul serio, e forse proprio per questo funziona così bene.
Se “Fiato” mostra qualcosa di curioso ed inedito, sono solo pochi gli elementi che nei restanti 5 brani riescono a far alzare il sopracciglio più del necessario. Interessante la pausa strumentale che si insinua a metà di “Chiromante” e che accompagna poi il brano ed il disco alla sua naturale conclusione, ottima la capacità di coniugare in modo efficace vari cambi di ritmo all'interno dei soli 70 secondi di durata dell'iniziale “Vecchio”, divertente il finale ad urla sguaiate da ubriaconi sul lungomare di Finale Ligure di “Estate”...e poco altro. Poco per elevarli al di sopra della massa, sia chiaro, perchè Giorgio rimane comunque un ascolto piacevole ma fin troppo prevedibile, incapace di fare breccia nelle orecchie a lungo. O almeno nelle mie.

Tanta energia e una produzione ben fatta, canzoni orecchiabili e testi con un giusto mix di profondità e goliardia. Tutto molto bello, ma anche già sentito: per quanto i Do Nascimiento non trovino, e magari non cerchino neanche, strade nuove per rendere il loro sound riconoscibile da tutti Giorgio rappresenta comunque un piacevole ascolto, l'ideale per chi il genere lo ama e la kryptonite per chi, come il mio bassista ad esempio, farebbe un falò di tutti i dischi della scena. Io non concordo con lui, ma temo che questi sei pezzi dei Do Nascimiento (attenzione, nel vinile c'è un lato B, chiamato “Lampino” in onore di una delle gag involontarie più famose di Luca Giurato, con un'infornata di brani vecchi e sparsi qua e là) non gireranno a lungo nella playlist del mio computer/cellulare/lettore mp3.

Voto: ◆◆◆◇◇
Label: Flying Kids Records/ To Lose La Track

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