venerdì 11 febbraio 2011

Blessed Child Opera - Fifth (Recensione)

Quella di Paolo Messere è una carriera decennale. Cantante e chitarrista nella noise band Silken Barb, dopo lo scioglimento di questa nel 2000, diviene tastierista-chitarrista della famosa band francese Ulan Bator. Dopo queste esperienze fonda i Blessed Child Opera. Tra svariati cambi di formazione, questo è il quinto lavoro targato BCO, intitolato pragmaticamente “Fifth”. Se vi piace il rock d'autore, sonorità soffuse, poetiche e a tratti spettrali alla Sophia, questo album fa al caso vostro. La traccia d'apertura “Nothing is in Place When it Should”, ondeggiante, immersa in riverberi shoegaze lontani, in un crescendo di emozioni, è l'introduzione adeguata a quella che si presenta come un opera matura e di gran qualità. Segue “Falling” sulla falsariga del country-noir ma permeata da sensazioni trasognanti e sonnamboliche. “Clear Sky Optimistic” è una ballata dall'aspetto pop, che non riesce in ogni caso a nascondere la malinconia che sopra vi aleggia; si prosegue, poi, fino a “I Will Find” che mostra un aspetto più oscuro e notturno della band, che va a toccare la wave eighties, proseguendo in vortici di dilatazioni alla Jesus and Mary Chain. In “Ruby Light” le chitarre si sciolgono e si amalgamano perfettamente con gli archi e il piano, avvicinandosi piuttosto palesemente a Robin Proper Sheppard e ai suoi Sophia, ma sicuramente non in modo scontato o mal riuscito. “Between Us” è una ninna nanna poetica e rilassante. Alcuni momenti di noia potrebbero scorgersi nella ripetitività di brani come “Never to Rteurn Your Steps”. Se si pensa, però, al velo misterioso portato dalla conclusiva “Promised Circle”, con strumenti in sottofondo che si affacciano in scena quasi come un flusso di coscienza impazzito, si riesce a passar sopra ai piccoli intoppi incontrati nell'ascolto di brani molto melodici e per questo difficilmente riconoscibili le prime volte che si mette su il disco. Dobbiamo riconoscere inequivocabilmente, la maestria e la qualità con la quale Messere realizza le proprie opere. Senza nulla togliere ai musicisti che hanno partecipato alla lavorazione di “Fifth”, questo disco appare come un estensione dell'estetica del titolare della Sea Horse Recording e produttore di gruppi come Marlowe (l'ultimo loro disco è stato considerato uno dei migliori del 2010). Un lavoro molto personale e intimo nel quale è possibile specchiarsi facilmente, che fa emergere l'eclettismo e l' esperienza di Messere in tutta la sua grazia.

Label:
Sea Horse Recording
Voto:◆◆◆◇◇


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